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lunedì 29 giugno 2009

Riflessioni

Certamente e' stato un anno difficile, un anno costellato anche di sorprese non sempre belle, un anno anche ricolmo di disillusioni e , in alcuni casi, di amarezze.
Questo , pero', non ha distolto Azionetrans dai suoi obbiettivi che erano e rimangono i soliti con le priorita' di sempre.
Ci si trincera ,con una facilita' sconsolante , dietro alla classica lamentela dei "documenti discordanti" che impediscono una vita lavorativa e di inserimento nel tessuto sociale, ma sappiamo benissimo che e' una mera illusione.Il problema e' e rimarra' sempre la POSSIBILITA' NEGATA al lavoro documenti o non documenti.Si e' sentito ciarlare da parte di tutte le altre "associazioni" trans ( o non trans) , da parte di ex politici ed altre persone che il problema della impossibilita' ad un lavoro per una persona che e' transessuale o transgender (termine molto in voga oggi) , risiede sulla discordanza dei documenti, ovvero se mi ciamo caio sui documenti ma sono sempronia nel mio modo di essere o anche se mi chiamo sempronia ma i documenti sono di caio le aziende non mi danno da lavorare per questo motivo.
Di certo Questa convinzione fa da scudo, piace lamentarsi e fare le vittime, quando , poi, in realta' tutto il problema ha una genesi ben diversa; di certo chi si trincera sul problema documenti non ha MAI cercato un lavoro perche' ad esempio la scrivente di questo post ha anche i documenti a posto, ha qualifiche , ha esperienze vaste e molto interessanti ma...... ma siccome e' visibile ( ed anche udibile) come trans il lavoro continua a trovarlo solo molto precario, con incarichi molto al di sotto delle capacita' e sottopagato.Il problema documenti viene anche sbandierato anche come foriero di problematiche relative a conti correnti bancari ( pura menzogna) o di viaggi aerei ( altra menzogna).
Le discriminazioni hanno genesi ben diversa, la prima delle quali e' data dal comportamento , molto spesso ( anzi troppo o quasi sempre) esageratamente volgare delle persone "T" , da un livello di istruzione non sempre adeguato ( molte persone non studiano o lasciano gli studi precocemente) ed anche da un atteggiamento nei confronti del mondo assolutamente sbagliato.Da qui la diffidenza, da qua la discriminazione da qua il non voler sentir parlare delle persone "T" nel mondo del lavoro; in poche parole siamo noi la prima causa dei nostri problemi.Piace, piace tantissimo al gotha delle associazioni "T" sbandierare i princìpi della liberta' e dei diritti, ma si scordano sempre che per essere accettata una persona deve sapersi comportare.Se non si vuole essere discriminati ci si comporti in modo adeguato, in primis, si facciano battaglie al nostro stesso interno per aiutare e guidare le persone che entrano in transizione facendo ben capire che l'esagerazione e la volgarita' non sono libera espressione ma solo eccesso inutile.Ognuno, si dice , ha il diritto di esprimersi come meglio crede..... vero, non lo metto in dubbio, ma altrettanto una azienda , a questo punto, ha il diritto di dire che non vuole baracconate nel proprio luogo di lavoro.Tirando le somme, in tre anni , la scrivente puo' affermare che non si uscira' mai da questo stato discriminatorio se le persone "T" per prime non impareranno a farsi conoscere ed apprezzare come persone, quello che al 90% si vede e' esattamente l'opposto.E' mesi che continuiamo a proporre una legge ad incentivo per l'assunzione di persone "T" ( non tutela) ma..... sappiate che fintanto che gli orridi spettacolia guisa di fenomeno da baraccone saranno presenti sara' inutile continuare a proporla e perorarla.
Quando certi "spettacoli" si vedono in giro per la citta' o anche in televisione e la comunita' reagisce con un secco rifiuto sarebbe anche il caso di farsi un bell'esame di coscienza.

6 commenti:

Mirella Izzo ha detto...

Trovo leggermente sconsolante quanto leggo nel primo "blog" scritto da AzioneTrans, dopo il mio "lascito" dell'Associazione nelle mani di Francesca Busdraghi (che parla di sé nel post ma poi non si firma... quindi i riferimenti personali sono comprensibili a pochi intimi). Ci tengo a precisare che nulla di quanto scritto ha più a che fare con me. Direi che ben poco hanno a che fare anche con il Manifesto AzioneTrans di cui l'associazione porta il nome. Lo dico dato che tale manifesto lo scrissi io e quindi lo ricordo. Entrando nel merito del post. E' evidente che la legge per il cambio di identificativo di genere e di nome a prescindere dalle rettificazioni chirurgiche ha una ricaduta sulla facilità di trovare lavoro. Le obiezioni di Busdraghi lasciano il tempo che trovano. E' altrettanto ovvio che se "non passi" e hai i documenti a posto, puoi avere le stesse difficoltà. Altrettanto vero che se vivi la transizione come un eterno carnevale, sarà difficile essere apprezzate e quindi assunte dalle aziende (salvo quelle dello spettacolo, forse?). Quel che sembra essere incomprensibile all'attuale dirigenza di AzioneTrans è il fatto che, avendo i documenti "a posto" (a parte tutti gli altri vantaggi rispetto alla privacy) - anche se "non passi" - hai molta più facilità ad accedere alle leggi antidiscriminazione. Perché se è vero che teoricamente esse riguarderebbero anche le persone in transizione, NEI FATTI, sono applicate solo per le donne (e neppure sempre). Essere quindi donna sui documenti, non ti trasforma in una donna "invisibile" nelle origini genetiche ma giuridicamente si.
Questo è il motivo per cui quella legge serve (oltre a molti altri). Questo è il motivo per cui i paesi che hanno legiferato recentemente nella UE, prevedono il cambio di identificativo di genere (sesso) a prescindere dagli interventi chirurgici.
Ovviamente esistono anche ragioni di principio per cui quella legge ha un senso (un ripassino del Manifesto AzioneTrans non farebbe male): il diritto all'identità.
Sia chiaro che diritto all'identità significa anche il diritto a non sentirsi appartenente a nessuno dei 2 sessi accettati (fenomeno più frequente fra gli intersessuati ma anche fra una certa % di trans).
Inoltre "transgender" non è parola di moda. E' transessuale che è parola falsa etimologicamente e che rimanda esclusivamente all'aspetto patologico della nostra realtà. Insomma, per quel che conta, non condivido una sola parola di quanto scritto da AzioneTrans e come "proprietaria intellettuale" del "manifesto AzioneTrans" trovo di cattivo gusto mantenere quel nome. Ovviamente ogni idea è degna di rispetto. Meno il portare un nome che confonde: come se io fossi per la proprietà privata e mi chiamassi Azione Anarchica. Stona.
IMHO
Mirella Izzo

Mirella Izzo ha detto...

Non avevo fatto caso alla "fine" del post di AzioneTrans. La proposta di legge per inserire le persone trans fra le categorie "deboli" (come ad es. i portatori di handicap) e che comporterebbero una facilitazione (immagino fiscale) a chi - datore di lavoro - assumesse persone trans.
AzioneTrans sostiene che nessuna legge di questo genere passerà fino a che si vedranno "spettacoli" nelle strade (o nei locali immagino) di trans che ostentano ruoli, abitudini, abiti con forti richiami sessuali o "eccessivi".
Premesso che ognuna porta la propria maschilità o femminilità (in genere, non solo noi trans) come meglio crede, se entro le leggi dello stato, che esistono donne con burqa e altre con minigonne ascellari... e se abiti liberamente scelti, non dovrebbero essere ragione di discriminazione (salvo l'identificazione per burqa o altri abiti che coprano totalmente il volto.. anche il casco integrale, per intenderci), la mia esperienza (non pochissima) mi dice che ben raramente quel tipo di trans che vive la propria transizione in modo "sessualmente eclatante" è lo stesso che cerca lavoro come impiegata (o altro mestiere da dipendente). Inoltre non è mai stato difficile far capire a chi cercava davvero lavoro, alcune regole di comportamento utili all'assunzione.
Il problema è che probabilmente gli interlocutori politici di AzioneTrans si fanno invece scudo con i "fenomeni da baraccone" per non concedere diritti a nessuna.
E questo atteggiamento, a casa mia, prende il nome di ipocrisia politica.
Sarebbe come non garantire diritti alle donne perché non poche scelgono di usare il proprio sex appeal per "appendere il cappellino" presso uomini ricchi e potenti. Costoro raramente cercano lavoro come dipendenti esattamente come le trans chiamate in causa da AzioneTrans. Chi però negasse diritti civili alle donne, adducendo ragioni di questo tipo, verrebbe stigmatizzato da ogni schieramento politico - dalla destra estrema alla sinistra estrema.
Invece per noi trans, sembra di capire, se non facciamo tutte le buone, niente diritti (anzi elemosine... perché la proposta è una richiesta di elemosina, pur comprensibile data la situazione disperante per il lavoro fra le transgender).
Io fossi in AzioneTrans manderei a c....e chiunque mi negasse diritti perché altre persone che con me hanno in comune solo l'essere nate in un sex "sbagliato" (semplifico), non si adeguano al "bon ton" del vivere in una comunità (peraltro estremamente ipocrita visto che esalta il machismo berlusconiano ma critica gli eccessi di alcune trans).
Mi spiace trovarmi in così aperto dissenso con chi mi aiutò a far nascere AzioneTrans, ma queste mie parole forse chiariscono anche il perché io continui in Crisalide ma non abbia più a che fare con AzioneTrans.
Quel che dispiace è vedere che AzioneTrans non ha più niente a che fare con se stessa, le sue origini e persino il suo riferimento nel nome.
IMHO
Mirella Izzo

AzioneTrans ha detto...

Cara Mirella volevo non rispondere, ma visto come hai usato la chiave di lettura preferisco farlo.
se ho scritto delle cose l'ho fatto con cognizione di causa, con dati alla mano e con una esperienza personale e con un bagaglio professionale che mi danno dati certi su cui poggiare quanto ho affermato.
concludo brevemente:
una legge ad incentivo non e' assolutamente cio' che hai interpretato tu, e' tutt'altro ed ha ben altre finalita'.
1: non sancisce nessuna quota ne' obbligo di assunzione
2: lascia assoluta liberta' a chi deve assumere di dire NO
3: serve solo come strumento per evitare che un imprenditore dica NO a prescindere facendolo soffermare sulle capacita', curriculum , titoli di studio e professionalita' della persona che ha davanti utilizzando l'unica leva che esiste: il danaro.
Comunque, se sei proprio certa che i famosi documenti ti aprono il mondo del lavoro sono contenta per te, perche' , purtroppo, non e' affatto cosi' e le leggi antidiscriminazione sul lavoro per le donne sono solo una bella formuletta INUTILE che e' aggirata ogni giorno da TUTTE le aziende.Provare per credere.Se Credi sia il caso cambiero' nome, e restituisco la proprieta'0 intellettuale del Manifesto all'inica persona che ne ha titolo , tu.Detto questo il mio mandato scade a febbraio e non intendo andare oltre, lascero' la baracca a chi ha maggiori capacita' filosofiche di me, io prioprio non ne sono capace, sono troppo pragmatica, oggettiva e pratica ; ho capito perfettamente il messaggio scrittomi oggi e lo recepisco in pieno.
Tolgo il disturbo.

Mirella Izzo ha detto...

Non credo tu abbia capito.
Capisco invece che hai difficoltà a gestire il dissenso.
Mi rendo conto che l'accusa può anche essere rivolta a me, visti alcuni trascorsi. Chi però conosce le ragioni delle diaspore sa che poco avevano a che fare con il dissenso delle opinioni ma con atti non proprio meritevoli messi in pratica da altre persone che tu peraltro conosci e di cui sai.
In questo caso mi sono solo permessa di rispondere. Tu, non io, hai parlato di gotha che crede nella legge per il cambio anagrafico e io faccio parte non del gotha ma di chi la pensa così.
Il cambio anagrafico a prescindere dai genitali è una richiesta che non ha solo un valore per quanto riguarda la ricerca di lavoro, ma in assoluto e - se vuoi - idealmente riconducibile alla libertà di "genere" che è il fulcro del "Manifesto". Non ho infatti criticato la tua proposta (salvo considerarne i limiti, come limiti ha qualsiasi legge che si dovesse calare dall'alto) ma risposto alla tua critica verso chi crede nella legge alla "spagnola" o alla UK. Non c'è - per quella legge - solo in ballo la questione lavoro ma anche la questione "privacy" (che peraltro almeno in parte incontra la questione lavoro) e la questione del diritto alla propria identità di genere senza l'obbligo di chirurgia. Dovrebbe essere naturale appoggiare una tale proposta. Invece l'attacchi. Io la difendo e ne spiego le ragioni. Se tu avessi posto la tua proposta come aggiuntiva e non alternativa alla legge sul cambio anagrafico, io ti avrei dato ragione su tutta la linea. Tanto è vero che io - anche per le vie brevi - non ho mai contestato la tua idea, quanto, semmai, le parole con cui l'accompagnavi. Non io ma tu scrivi che oggi è di moda usare il termine "transgender" quasi lo rifiutassi in favore di transessuale. Ecco che allora mi chiedo cosa c'azzecchi AzioneTrans che è stata la prima ass.ne transgender italiana (non transessuale) con il relativo Manifesto che è sicuramente criticabile ma totalmente transgender. Insomma sei tu che hai bisogno di una nemesi per argometnare a favore della tua iniziativa. Non io. La proposta, pur con dei limiti, è ottima. Trovo invece - mia opinione - pessime le motivazioni che hai voluto trovare per promuoverla. Contro chi semplicemente ha priorità diverse dalle tue e che semplicemente non crede che quella proposta (la tua) risolverebbe tantissimo. Esattamente come quella sul cambio anagrafico a prescindere dall'obbligo alla mutilazione. Sai perfettamente che un buon 30% delle e dei trans fa quell'intervento SOLO per i documenti. Questa è inciviltà e tu mettendoti contro, ti sei messa contro un intero concetto di cosa sia la libertà di genere. Tu metti molti limiti e barriere ed entri persino nel merito di come la gente si deve comportare. Per fortuna non sei entrata anche nelle camere da letto per dire come si devono comportare le trans per trovare lavoro. Io non sono d'accordo con l'obbligo al perbenismo per lavorare. Ci sono molti uomini e donne che lavorano tranquillamente pur avendo una vita sessuale piuttosto vivace (per usare un eufemismo) e la parità parte dalla pari dignità.
Che poi non ci stiano particolarmente simpatiche quelle trans che usano la propria condizione con una mente maschile (ipersessualità), questo è tutt'altro discorso. E' un discorso etico ma mica vorrai appoggiare l'idea di "Stato Etico", spero!
Queste le mie osservazioni e contestazioni.
%continua

Mirella Izzo ha detto...

Se tu avessi voluto spiegare magari meglio la tua proposta senza dover attaccare chi oggi vede altre priorità, chissà magari convincevi anche qualcun*, ma se per farlo devi attaccare chi fino a ieri ti ha sostenuta... Allora è giusto che tu vada avanti con le tue gambe, le tue idee, e (ma è un dettaglio) magari con un nome che non ricordi l'opposto di quanto tu stai sostenendo recentemente.
Tutto li. Non c'è nessun messaggio "implicito" che tu possa "capire", come hai scritto. Se molli, lasci, continui è una decisione tua che c'entra ben poco con la mia critica rispetto a qeusto post.
Del resto cosa potevi aspettarti, sapendo come la penso? Sono contraria al "pride trans" promosso dall'Ass.ne Transgenere e l'ho scritto nel loro spazio su FB. Sono contraria al tuo atteggiamento verso leggi per me indispensabili per la dignità di persone che oggi o si autoconvincono ad operarsi o devono vivere nel limbo giuridico a vita... e lo dico da pari a pari.
Infine, visto che sei stata tu a postare il primo post e a dire che il nome e sesso giusto sui documenti è infinfluente per trovare lavoro... Beh.. non avresti dovuto raccontare quante volte ti è stato rifiutato un lavoro perché non avevi (ancora) i documenti a posto (anche dopo operata ma prima della seconda istanza che conduce ai documenti giusti)... Non trovi ugualmente? Forse è solo perché siamo in una crisi economica di merda ora. Perché un anno fa i lavori ti venivano rifiutati solo per la questione anagrafica... E poi non si fa politica sui propri casi e basandosi sulla sola propria esperienza. E se domani trovi un lavorone che non ti avrebbero dato se avevi i documenti irregolari, che fai? Cambi idea sulla legge alla spagnola?
Perdonami ma non è questione di pragmatismo... è che secondo me non si lavora così. Quando proposi la detassazione a chi faceva l'istanza per l'autorizzazione all'intervento, io non pensavo proprio ad operarmi. Far politica è scindere le proprie condizioni da quelle generali. E quelle generali sono drammatiche per chi è in percorso di transizione (per il lavoro) sia che un giorno si operi sia che non lo faccia. La differenza è che se hai i documenti, qualche chance in più ce l'hai. Se poi non sai rispondere alle domande o cerchi di corrompere l'esaminatore con proposte sessuali.. beh.. ne rispondi personalmente ma non c'entra con le leggi che devono sempre avere carattere generale.
Amen
Mirella

AzioneTrans ha detto...

lascio le chiavi di lettura e le opinioni libere, ribadendo che mi amareggia vedere che cio' che ho scritto e' interpretato nel modo piu' distante ed errato.
mi allontano non perche' non posso reggere il dissenso, ma semplicemente perche' non mi interessa sprecare le mie poche energie in esercizi teoretici e dialettici, visto che cio' che faccio e' visto non come utile ma dannoso lascio campo libero a chi sa piu' di me ed e' piu' bravo.
Auguri a tutto il movimento per il prossimo lavoro futuro.
e non c'e' stato, mi spiace dirtelo, nessun riferimento personale nel mio precedente post se non ad eventi accaduti in una citta' ( BOLOGNA) che non ti vedevano coinvolta minimamente, un ex parlamentare, ed a persone che non riguardano il mondo LGT.Mi spiace enormemente che tu lo abbia pensato.